Astrologia e Tarocchi – I 12 Arcani Maggiori in rapporto ai Segni zodiacali e ai Pianeti

Lavorando con il Referenziale di Nascita e avendo come passione, coltivata in molti anni, l’Astrologia, mi sono sempre chiesta quali potessero essere le corrispondenze e gli intrecci tra di loro.

Esistono già diversi studi e proposte di collegamenti tra Tarocchi, Segni zodiacali e Pianeti, ma ho sempre pensato che i Tarocchi avessero una simbologia talmente ricca da includere e sopravanzare i significati sia dei Segni che dei Pianeti.

I Segni della fascia zodiacale sono spazi interstellari in cui i Pianeti  viaggiano e in cui si trovano più o meno a loro agio.  I Pianeti sono Archetipi potenti, forze che agiscono nel mondo e simbolicamente in noi, creando quel collegamento tra individuo e universo, tra micro e macrocosmo. In quanto tali, sono simili ai Tarocchi.

Mi pare però che ogni Arcano dei Tarocchi possa collegarsi a più di un principio: Pianeta-Archetipo e Segno… Quindi mi pare una impresa non facile, contenerli ed etichettarli. Soprattutto perché ho sperimentato quanto abbiano da offrire, se non li si ‘ingabbia’… quindi cercherò di farli dialogare.

Una prima facile corrispondenza è basata sulla loro successione numerica. E anche se non mi convince del tutto, da qualche parte bisogna partire e ho cominciato da lì.

Con il Referenziale di Nascita, nella Casa 2 che viene calcolata sul mese di nascita, troviamo una corrispondenza ovvia: ogni mese corrisponde a un Arcano, quindi 12 mesi = i primi 12 Arcani.

Ma questa corrispondenza che coincide con la successione classica dei segni zodiacali, funziona in termini ideali, non nella pratica.

Perché se il Bagatto, ovvero il primo arcano, sembra essere in relazione numerica e di senso con il segno dell’Ariete, e la Papessa con il secondo segno del Toro e così via, fino all’Appeso (che corrisponderebbe quindi al segno dei Pesci), questa progressione nel tema di Referenziale è scardinata poiché non corrisponde al reale segno solare di nascita identificato con il mese, perché ovviamente chi è nato a gennaio, primo mese, può appartenere al segno del Capricorno o dell’Acquario, mentre il riferimento è al Bagatto e quindi all’Ariete.

 

Attribuzione classica            tema di RN               segni solari astrologici

BAGATTO -> ARIETE         mese di gennaio    Capricorno e  Acquario

PAPESSA ->  TORO             mese di febbraio                     Acquario e Pesci

IMPERATRICE -> GEMELLI  mese di marzo                         Pesci e Ariete

IMPERATORE  -> CANCRO    mese di aprile                         Ariete e Toro

PAPA  -> LEONE                mese di maggio                       Toro e Gemelli

INNAMORATO  -> VERGINE  mese di giugno            Gemelli e Cancro

CARRO  -> BILANCIA           mese di luglio                         Cancro e Leone

GIUSTIZIA  -> SCORPIONE        mese di agosto            Leone e Vergine

EREMITA -> SAGITTARIO     mese di settembre       Vergine e Bilancia

RUOTA DI F -> CAPRICORNO  mese di ottobre  Bilancia e Scorpione

FORZA -> ACQUARIO        mese di novembre   Scorpione e Sagittario

APPESO -> PESCI          mese di dicembre          Sagittario e Capricorno

 

Quindi come spiegare questa incongruenza? Come ci si mette in relazione?

Quando si elaborano corrispondenze tra sistemi diversi bisogna cercarne le relazioni di senso.

Una possibile pista: forse l’Arcano presente in Casa 2 è lì per integrare quella parte di noi che ci manca ed equilibrare così il nostro segno solare di nascita, la nostra personalità così come si è strutturata e si esprime.

Quindi, mentre la Casa 1 è nel sistema del Referenziale il nostro ‘Sole’, la personalità così come la esprimiamo e rendiamo visibile nei rapporti con gli altri (e mantiene la corrispondenza con la Casa 1 astrologica che è la casa dell’Ascendente, che ci parla della nostra infanzia, di come ci siamo ‘strutturati’, dei nostri comportamenti e del nostro aspetto esteriore e fisico), la Casa 2 è la nostra ‘Luna’ e rappresenta la nostra interiorità. Allora proprio la Casa 2 ci può rivelare qualcosa dell’altra faccia della Luna… forse il lato nascosto?

Poi se proseguiamo in questa direzione cercando altre corrispondenze tra il sistema astrologico delle case ovvero la domificazione relativa al tema natale, con quella del tema di Referenziale di Nascita, potremmo considerare che le Case non si corrispondono proprio del tutto, anche se entrambi i sistemi ritagliano per ciascuna un ambito particolare di esperienza.

Sicuramente la Casa 3 del tema RN che riguarda il mentale e il ‘filtro’ che applichiamo alla realtà (e in astrologia è l’ambito degli studi e dei viaggi) richiama ‘Mercurio’; la Casa 4 che rappresenta l’azione, la nostra missione di vita, il lavoro che svolgiamo, richiama ‘Marte’; la Casa 5, definita ‘passaggio obbligato’… beh, qui la relazione salta (la casa 5 in astrologia riguarda i figli, la creatività, il piacere, i divertimenti e gli svaghi) e le attribuzioni diventano più opinabili:   io direi ‘Plutone’, perché in essa incontriamo ‘tutto ciò che fa ritorno’, quale definizione migliore di ciò che è l’inconscio?                            Mentre la Casa 6 che nel tema RN sono le risorse, le capacità e i talenti, richiama ‘Venere’; la Casa 7, che nel tema RN rappresenta la sfida (e in astrologia è l’incontro con l’altro…) richiama ‘Saturno’; la Casa 8 che nel tema RN è la casa del cambiamento, richiama ‘Urano’; la Casa 9 che nel tema RN è il Sé, le qualità animiche che abbiamo consolidato, richiama ‘Giove’; la Casa 10, che è la possibilità di trasformazione della sofferenza e delle sconfitte in guarigione (che in astrologia è il Medio Cielo, il punto di realizzazione) rimanda a Giove e Saturno insieme; la Casa 11 che è nel tema RN il peso del Karma e i bagagli inconsci, come i progetti genitoriali o i divieti transgenerazionali, rimanda a Saturno e Plutone insieme; la Casa 12 che è l’aspirazione a divenire e a realizzare pienamente la nostra natura, il faro che ci guida rimanda a ‘Nettuno’, pianeta della spiritualità; infine la Casa 13, la casa del paradosso esistenziale … è la Terra, l’incarnazione dell’anima in questo pianeta, con tutte le sue contraddizioni da risolvere.

Ma ora torniamo alla relazione che si crea tra Arcano e Segno zodiacale, mese di nascita e segno solare, infine Pianeta  in attinenza di senso, o ‘governatore’.

Di certo questa prospettiva diversa è in grado di offrire un’integrazione importante, ed è curioso che i due sistemi, così apparentemente scollegati e scardinati possano invece funzionare… Nella mia esperienza ho potuto vedere come si creino delle corrispondenze significative e illuminanti.

Ad esempio: M. nata a dicembre, quindi Capricorno (ascendente Sagittario) ha in Casa 2 L’ Appeso, in relazione ai Pesci. Apparentemente sembra una contraddizione… ma ha il Sole in 12° casa, quindi co-significante del segno dei Pesci, che pone un forte accento sui valori universali e spirituali, comuni sia all’Appeso che ai Pesci, e in cui si ritrova.

Nell’osservare la carta  del Tarocco emerge anche come i contorni della figura dell’Appeso sembrino proprio quelli di un pesce, con le braccia a mo’ di pinne, e la corda che ne trattiene la coda ( i piedi) come nei due pesci, che ‘nuotano’ uno nella direzione opposta rispetto all’altro… e del resto anche l’Appeso è capovolto.

Io stessa ho in Casa 2 la Giustizia, essendo nata ad agosto, e sono Vergine (ascendente Cancro), ma l’arcano della Giustizia mi rimanda invece all’ottavo segno, cioè allo Scorpione. In questo segno ho solo il pianeta Nettuno, ma ho nel tema astrologico una forte casa ottava, co-significante del segno dello Scorpione, e che fortemente connota il mio tema. Per di più sento molto ‘miei’ i valori scorpionici di ricerca del profondo, di indagine psicologica e di acutezza, nonché mi riconosco lo spirito ‘pungente’…

Sarà un caso? Forse. Ma intanto il Tarocco dimostra di nuovo la sua capacità di cogliere relazioni più profonde e nascoste.

Può essere quindi interessante mettere in relazione il proprio tema natale astrologico e il tema di RN, ci possono offrire spunti e osservazioni che l’uno può apportare all’altro, utili a integrarne il senso.

Vi invito a cercare in particolare le corrispondenze al segno indicato in maniera celata dal Tarocco del vostro mese di nascita e a svilupparne la relazione, perché potrebbe riservarvi delle sorprese e anche qualche bella comprensione in più!

Quindi ecco una proposta di domande da porsi per indagare sul senso che può rivestire per noi:

 

Cosa e dove mi porta questo collegamento? Come funziona?

 

Quali sono i punti di contatto, ovvero cosa hanno in comune? Oppure, cosa mi offre di diverso?

 

Come posso integrare queste nuove informazioni?

 

Che relazione vedo con il mio tema natale astrologico?

 

È importante imparare a pensare e a ragionare con la nostra testa, a sviluppare nuove idee, siamo davvero troppo abituati a ‘mangiare’ cibi preparati e cucinati da altri, o precotti… proviamo a ritrovare il gusto di assaporare cose genuine, prodotte da noi.

 

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I 12 ARCANI MAGGIORI IN RAPPORTO AI  SEGNI ZODIACALI E AI PIANETI E LA LORO RELAZIONE CON LA CASA 2 DEL TEMA DI REFERENZIALE DI NASCITA

Qui di seguito indago e sviluppo le relazioni tra i Tarocchi e i Segni zodiacali nella loro successione ordinaria, integrandoli con gli apporti della Casa 2 e dei segni collegati dunque al mese di nascita. Infine esploro le connessioni degli Arcani con i Pianeti, nella loro relazione di senso, non collegati dunque al segno zodiacale.

Bagatto = ARIETE

Il Bagatto, come l’Ariete, ha lo slancio dell’inizio, e il suo copricapo a forma di otto rovesciato, con le sue ampie e morbide curve, ricorda proprio le corna dell’Ariete… Forse ha anche la sua impulsività e la sua passione, tutto lo slancio vitale con cui si affaccia alla vita e alla scoperta delle sue potenzialità, in cui si mette alla prova sfidando un po’ se stesso, con coraggio e audacia. Sembrerebbe aver poco in comune con Capricorno e Acquario, i segni dei nati nel mese di gennaio, ma può introdurre una dimensione ‘eroica’ nella loro vita, uno spirito indomito e anche la meraviglia del bambino di fronte all’universo, a un mondo ancora da scoprire, che potrebbe portare freschezza agli spiriti vecchi e saggi dei due Anziani dello Zodiaco… un Piccolo Principe che risveglia dal suo sonno e dalle sue abitudini il Senex, il vegliardo stanco e dallo sguardo un po’ appannato e gli offre la sua innocenza e l’umorismo (il Capricorno è un po’ malizioso e ha uno spirito satirico…) e anche una visione pura e talvolta semplice delle cose (placando la stravaganza dell’Acquario).

Il Bagatto ha affinità con MERCURIO, che bene incarna lo spirito curioso e pronto del giovane (bambino e adolescente) con la sua intraprendenza e le sue potenzialità da esprimere. Il Giocoliere dei Tarocchi, il Mago, come Mercurio, ha destrezza e abilità, ingegno e ama giocare e sperimentare, è divertente, ha spirito d’iniziativa, e infine, ha “l’argento vivo” addosso… è sempre in movimento, agile, svelto, pronto (avrà anche lui i calzari alati?), forse un po’ superficiale e dispersivo, poiché si interessa di tutto… insomma, una grande disponibilità e apertura verso il mondo.

 

Papessa = TORO

La Papessa fa riferimento alla dea egizia Iside, ma anche ad Hathor, disegnata con le corna di vacca e ha, come il Toro, tutta la sua dimensione di forza, di fecondità, di collegamento alla natura e al corpo.

Il mese di Febbraio vede la festa celtica di Imbolc, o la Candelora (come si diceva un tempo, “dall’inverno siamo fora!”), la fine dell’inverno e l’inizio, ancora sotterraneo e invisibile della ripresa della vita, in attesa della primavera. La natura è in fermento, ma nulla appare, è un tempo di preparazione e di attesa, come per la Papessa, che è gravida. I segni sono quelli dell’Acquario e dei Pesci, che, in una curiosa vicinanza, mi fanno pensare a come spesso amiamo tenere i pesci in un acquario, una piccola boccia di vetro e acqua (come un piccolo utero), ma forse anche loro aspirano a venir fuori, a liberarsi, a esplorare l’universo. C’è una sete d’infinito, di universale che respira in loro… una sete di conoscenza.

La Papessa rimanda alla LUNA nel suo volto visibile (Luna Piena) e nascosto (Luna nuova o nera). In essa riconosciamo le qualità della Papessa nel collegare il visibile e l’invisibile, la materia-corpo e l’energia-spirito, e la sua silenziosa ricettività, la sua dimensione notturna e interiore, la profondità, la conoscenza segreta e i misteri insondabili. E l’elemento acqua è molto forte, ed è l’acqua che scorre sotterranea, come il fiume delle emozioni e del sentire profondo, ma anche quello che feconda la terra e la rende fertile, a ribadire il legame della Papessa con l’Egitto e le piene del Nilo e la dea Iside-Hathor con le corna di vacca e la luna tra di esse sul capo.

 

 Imperatrice = GEMELLI

L’Imperatrice fa riferimento alla Dea della Primavera, a Proserpina, alla fertilità della terra e all’abbondanza dei raccolti, alla creatività di Madre Natura. L’energia femminile che esprime il suo potere nella creazione, in tutta la sua pienezza. Poiché la Natura ha orrore del Vuoto continuamente dà forma. L’antico Libro di Kells con le sue immagini fantasmagoriche raffigura questa sovrabbondanza del Proteus multiforme, la natura che sempre crea…

I Gemelli rappresentano l’inizio della stirpe dell’umanità, a partire da Caino e Abele (è iniziata male!), a Romolo e Remo, che mettono insieme la capacità di costruzione e di distruzione dell’Uomo. Anche Madre Natura crea e distrugge in continuazione, è un processo necessario. Esiste una coppia di gemelli ‘pacifici’? Quando l’uomo andrà veramente incontro al suo simile riconoscendolo come uguale? …

I due gemelli compaiono nel Sole, l’arcano XVIIII (19), specchio dell’Imperatrice, e fanno riferimento a Romolo e Remo che comunque insieme edificarono le mura di una città (eterna!): Roma, ma anche alla coppia mitologica dei Dioscuri, Castore e Polluce, eroici fratelli che compirono insieme molte imprese, tra cui quella del vello d’oro, e che non vollero essere separati nemmeno dalla morte (uno era immortale, l’altro no: quando Castore muore, Polluce rinuncia all’immortalità e muore anche lui).

Imperatrice e Gemelli, dunque: la creatività in azione, il potere di immaginare e costruire, di portare nel piano materiale le idee, i progetti, i sogni.

Ma come si collega al segno natale effettivo, che può essere Pesci o Ariete? Cos’hanno in comune con l’Imperatrice? Qual è il punto d’incontro?

Essi sono la fine di un ciclo e l’inizio di un altro e in essi troviamo il senso della rigenerazione e della continuità, così come nell’Imperatrice, maestra della Creatività, della Forma e della Coerenza: “pensiero-parola-azione”, che è anch’essa una forma di continuità…

Nei Pesci troviamo la molteplicità, la fantasia, l’immaginazione e i legami con lo spirito e con l’universo di cui sentono di far parte, mentre nell’Ariete lo spirito d’iniziativa, la decisione rapida, la fermezza… la stessa che riconosciamo nell’Imperatrice quando si appropria del suo potere e sa dire di no!

L’Imperatrice è connessa con VENERE.   La dea della bellezza e dell’amore ben si confà all’Imperatrice nella sua dimensione femminile, affabile e affascinante, e nelle sue vesti, in cui si sente a proprio agio, perfettamente padrona di se stessa e della sua vita, delle sue scelte. Venere era un po’ capricciosa e volubile, anche irascibile (aveva sposato Marte, con cui litigava spesso, a dispetto della figlia Armonìa…) e anche l’Imperatrice sa quello che vuole e lo esprime, lo manifesta (il suo pomo d’Adamo in evidenza la dice lunga!), ha maniere chiare e dirette, anche se moderate da un certo fair-play, insomma, è una vera Signora (Dama, da ‘Domina’)!

 

Imperatore = CANCRO

L’Imperatore è il costruttore, l’organizzatore per eccellenza, è forte, deciso, autorevole… come metterlo in relazione con il dolce e sensibile segno del Cancro dominato dalla Luna?

Il Granchio è il simbolo del segno, dalla dura corazza, ma tenero al suo interno, rivela il suo bisogno di protezione e sicurezza. Anche l’Imperatore ha cuore sensibile e aperto, come ricorda la pietra verde della sua collana, la giada dell’immortalità, venerata in Cina. Quindi il potere è nel cuore, è il cuore è immortale? Questo sembra suggerirci. Allora vuol dire che il suo bisogno di ordine e struttura nasconda un bisogno di protezione, una voglia di tenerezza?

La sicurezza di sé che è il risultato concreto di una reale costruzione interiore alla fine non ha bisogno di altre estensioni, o di difese e paletti… il proprio territorio è aperto ed è sicuro. Solidità, dunque, in entrambi.

E in relazione ai segni del mese di aprile, Ariete e Toro? L’immagine che subito salta agli occhi è di forza fisica, di possanza e robustezza, di capacità concrete di lavoro, di resistenza, di determinazione, se non di testardaggine (due capi con le corna!), ma anche di difesa. Procedono a testa bassa o caricano, se sono sfidati o minacciati… in ogni caso sono da rispettare, e anche da temere, un po’ come l’Imperatore, che si impone per ciò che è, oltre che per ciò che rappresenta (il suo ruolo): è un Capo, un conquistatore, un dominatore, anche se appare rilassato e tranquillo. Sa usare al meglio ciò che ha e ciò che è.

L’Imperatore non può essere che GIOVE. Giove è il Padre degli Dei, ma anche il loro governatore, è lui che fa il bello e il cattivo tempo (anche con i fulmini!) e decide per tutti cosa è meglio. Ha la responsabilità dell’Olimpo e del mondo, ma talvolta non interviene e lascia liberi sia gli dèi che i mortali, ed è libero lui stesso di fare ciò che vuole, anche di commettere errori, a cui poi cerca di rimediare… Giove dimostra la sua grandezza e magnanimità, la sua generosità nella sua disponibilità. Quindi è nell’apertura del Cuore. Del resto il 4 è in relazione alla Terra ma anche al 4° chakra, quello del cuore appunto.

Riconosciamo dunque nelle qualità di Giove quelle dell’Imperatore? Certamente, ed egli ci insegna anche come sia fondamentale costruire la propria fortuna e felicità con le proprie azioni e il saper prendercene la responsabilità. Oneri e Onori.

 

Papa = LEONE

Il Papa è il Maestro della Parola, colui capace di trovare la parola giusta che nasce dal cuore, e che dà conforto sostegno e incoraggiamento, in sostanza: fiducia. Non è solo il simbolo della Fede, ma della Fiducia, della capacità di credere, in sé per prima cosa, negli altri e nelle possibilità offerte dall’Universo. Ci insegna che la spiritualità non è esterna a noi, è una dimensione interiore, là dove possiamo trovare la vera Conoscenza, quella del cuore: la fiducia e il coraggio, la forza d’animo, la capacità di ascolto e di empatia, la solidarietà, la buona parola, la generosità.

Anche nel segno del Leone troviamo queste qualità, e tutto l’ambito dell’educazione e dell’amore verso i bambini e il prossimo, la sua magnanimità, la capacità di attrarre a sé e di trascinare le persone con il proprio carisma, la sua leadership. Nel Leone troviamo le qualità di un capo naturale, che non si avvale della forza e dell’autorità per imporsi, ma delle qualità dell’essere. La sua superiorità è riconosciuta, è ammirato come esempio e per la sua capacità di stare al centro dell’attenzione e di risplendere. In effetti la luce che da lui rifulge è quella dello spirito e il Leone, come il Papa, è in collegamento con il Sole.

In relazione al mese di maggio, in cui la natura esplode nel suo rigoglio e il grano cresce e matura, il legame con il Sole e il Papa è evidente, e anche i segni del Toro e dei Gemelli rimandano alla dimensione agreste, a quella leggenda di Romolo e Remo che segnano la cinta muraria della città che vogliono fondare con il solco dell’aratro tirato da un Bue: ecco all’opera tutta la potenza della visione che guida le azione umane orientate alla costruzione. Del resto, il Toro è legato alla concretezza e alla terra, al fare quotidiano, al costruire e i Gemelli alla parola, al linguaggio, alla comunicazione, al progresso, alle novità, alla curiosità e allo spirito giovane che vuole crescere, sperimentare, esplorare.

Il Papa è legato al SOLE, il simbolo più chiaro della luce e dell’energia spirituale, della capacità di sostenere la vita, di trasmettere forza e vigore, fiducia, e di spingere all’azione. Il Sole è al centro del nostro universo (sistema solare) ed è il principio primo divino da cui discende la creazione, senza di esso non ci sarebbe vita. Il Sole è simbolo di Coscienza divina, del Lògos, il principio ordinatore e creatore dell’universo secondo gli antichi. Pensiamo ai culti egizi di Osiride e di Rha, ma anche alla Teosofia…

 

Innamorato = VERGINE

L’Innamorato è la figura centrale, rappresenta l’Essere in Amore, poiché l’Amore va posto al centro della nostra vita e circola in ogni cosa, è presente in ogni relazione. L’Innamorato rappresenta la vita affettiva e relazionale, ma soprattutto la scelta. E la prima scelta è la scelta di sé, non ci può essere amore se non si ama per primi se stessi, non si può amare il prossimo se non abbiamo imparato ad amare e rispettare noi stessi, la nostra natura, ciò che ci fa stare bene. Se non amiamo noi stessi, se non facciamo questa prima scelta, siamo sempre nella mancanza e cerchiamo amore dagli altri, siamo dipendenti, sempre in richiesta e diveniamo mendicanti quando invece possiamo essere dei re, delle regine. Nella scelta non c’è rinuncia o mancanza, c’è dono, perché c’è abbondanza.

L’abbondanza è quella del mese di giugno, la maturazione del grano, la raccolta dei frutti, la generosità della natura, la ricchezza della terra, tutto celebra il dono: la festa del raccolto, il solistizio d’estate, il punto di maggior luce dell’anno.

Il mito di Cerere e Proserpina (Demetra e Persefone), e più anticamente i misteri eleusini della Dea, sono tutti legati al segno della Vergine. La Vergine è un segno curiosamente un po’ svilito, ma forse è un retaggio della cultura patriarcale e maschilista degli ultimi venticinque secoli… in realtà è un segno di grande potenza e intelligenza, legato al femminile e al sacro (pensate alle vestali e a tutte le caste di sacerdotesse dell’antichità), alla capacità di prendersi cura di sé e degli altri, al rispetto per il corpo e per la quotidianità (e di qui il collegamento del segno alla salute, alla pulizia e all’igiene, alla medicina), e l’umiltà, la dedizione… valori un po’ dimenticati, ma forse da riscoprire. Un’intelligenza pratica, utile, volta al benessere, alla cura, all’affetto dimostrato con piccoli gesti e attenzioni, ma anche una sensibilità e una capacità di ascolto e intuizione, un’accoglienza ricettiva. Peccato che spesso la Vergine sia identificata solo con la sterilità di un’intelligenza fredda e critica, analitica e puntigliosa, e uno spirito pungente e ironico…il suo lato oscuro, forse per non essere valutata e riconosciuta per quello che è davvero, nelle sue qualità di dolcezza e femminilità, divenendo  una zitella aspra e inacidita?

I due volti dunque, dell’Amore riconosciuto e accolto e dell’Amore negato… chissà? Del resto la donna è un mistero che è difficile svelare…

I segni interessati dai nati nel mese di giugno sono però i Gemelli e il Cancro. Come si collegano?

I Gemelli sono legati alla relazione, ai rapporti, alla comunicazione, e il Cancro a tutto ciò che è antico, arcaico, nascosto, alle emozioni sotterranee, profonde, inconsce. Cerere e Proserpina: il legame tra madre e figlia e il viaggio agli inferi per liberare la figlia rapita dal dio Plutone (Ade) ci parlano di questo, di legami antichi, di perdita e di ritrovamento, di disperazione e di gioia, di lutto e di ritorno alla vita. Riconosciamo nel mito il ciclo degli opposti, la danza della vita.

Il Cancro è collegato alla nascita, è la porta d’entrata dell’incarnazione, la vita uterina, la gestazione, la preparazione. Ciò che è nascosto e non si vede, ma c’è.

I Gemelli sono uniti ma separati, una contraddizione e un paradosso, l’unione nella separazione, come gli opposti nel Tao. La capacità di discernere, di distinguere, ma di non perdere la visione d’insieme: l’analisi e l’attenzione per il dettaglio, ma anche la sintesi. Un’intelligenza viva e vivace, che si nutre di stimoli, sempre curiosa e attenta, adattabile, con grandi capacità di apprendere, di comunicare, di trasmettere.

Dal dentro al fuori e dal fuori al dentro: è la relazione continua dell’essere con l’essere. Io e l’altro, io e ciò che esiste fuori di me.

L’Innamorato lo ritroviamo in MARTE. Marte è il dio della guerra ma è anche l’Amante ideale, focoso, passionale, esuberante, entusiasta e il figlioletto Eros, armato di frecce, è sempre pronto a scoccare il suo dardo, a incendiarlo nuovamente… Nell’Innamorato compaiono entrambi, anzi, è un arcano ricco di personaggi, c’è raffigurata tutta una famiglia, tutta una rete di relazioni.

Infatti l’Amore è presente ovunque, e circola liberamente, perché ognuno di noi è portatore d’amore, e quell’amore è un contagio. Ma se non scopriamo l’amore in noi e per noi stessi prima, cosa possiamo portare agli altri? Se siamo in richiesta e ci sentiamo vuoti, cosa abbiamo da donare?

Quindi l’amore non va cercato fuori, va trovato dentro.

L’amore per se stessi è il primo passo da fare. L’amore non è sacrificio, è gioia: nella gioia c’è la bellezza e la gratuità del dono, della condivisione, dell’essere in relazione, dell’apertura. Se faccio qualcosa che non tiene conto di me, che mi dispiace, e non scelgo me stesso, perdo il mio centro e non sono più nell’amore, sono in qualcosa d’altro che mi costa e per cui mi aspetto qualcosa in cambio…

Marte è deciso, irruente, impulsivo, dinamico, invece l’Innamorato è lì, al centro, fermo, e parrebbe indeciso, ma è anche ben saldo sulle sue gambe nude. Il suo messaggio è chiaro: in ogni situazione, puoi metter te stesso al centro e essere saldo, pur mantenendoti in apertura e lasciar circolare l’energia d’amore. Alla fine non è importante cosa o chi scegli, ma Chi sceglie: non è l’oggetto d’amore, ma il soggetto che conta.

 

 Carro = BILANCIA

Il Carro con il suo Principe e le due ruote di traverso, i due cavalli, le due spalline con Sole e Luna, ben rappresenta la dualità e l’indecisione, la ricerca di un punto fermo, di un equilibrio soprattutto interiore, che possa guidare nelle scelte e nelle decisioni. Quale via prendere? Qual è la strada giusta? Anche la Bilancia spesso è indecisa e valuta, cerca di soppesare i pro e i contro, cerca la via e la trova nel “giusto mezzo”…

Il Carro e la Bilancia rimandano entrambi a una dimensione sociale: il Carro e il suo condottiero sono vittoriosi, hanno trionfato e ci parlano di successo, di fama, di riconoscimento. Non per niente il Carro è anche il Carro del Sole, guidato da Febo Apollo! E la Bilancia ama la vita mondana e sociale, ama ‘brillare’ in mezzo agli altri, con la sua eleganza, il suo savoir faire

Ma il Carro con i segni dei nati in luglio, cosa ci azzecca? Vediamo: Cancro e Leone. Entrambi i segni sono nel dominio del sole e del calore, dell’estate, di un’energia estrovertita che tende a portare fuori… Bene, con il Leone è facile: ha quella giusta dose di egocentrismo che lo fa essere maestosamente un protagonista, ma lo schivo Cancro? Chiuso nelle sue emozioni e nella sua ricca vita interiore, di cui poco fa trapelare, guscio duro e polpa tenera. Credo che Il Carro abbia in sé questa stessa contraddizione interno-esterno. Il bisogno di riconoscimento, di successo, di soddisfazione, spesso lo portano fuori strada, così come l’incertezza, l’insicurezza, la divisione interiore, l’indecisione, lo bloccano.

Cancro e Leone forniscono insieme la chiave: per uscire alla luce e risplendere nel mondo bisogna prima essere scesi dentro di sé e aver contattato le proprie emozioni, la propria sensibilità, essere in connessione col proprio dentro e non cercare le risposte e le conferme solo fuori. Ecco, anche il Carro ha bisogno di mettere ordine dentro casa sua prima di andare per le vie del mondo…

Il Carro è in relazione come abbiamo visto con il SOLE, ma anche con il pianeta URANO.

Con il Sole, nel suo principio unitario, di coscienza finalmente indivisa e integra, che può tracciare la sua scia di luce e illuminare il mondo. È dunque simbolo di unità e di realizzazione. Il pianeta Urano è collegato al Cielo, o ai Cieli, ed offre lo spazio al Carro del Sole per il suo movimento. È anche uno dei princìpi del cambiamento, in genere improvviso e inaspettato, oltre ad essere l’archetipo della Libertà (talvolta anche dell’anarchia!), dell’evoluzione, delle scoperte e delle invenzioni. Urano è imprevedibile, e anche il Carro può esserlo, se diviene davvero padrone di se stesso e si libera dalle strade già fatte, dalle indicazioni certe, e sceglie la direzione che è solo la sua, infischiandosene degli altri e fidandosi del suo cuore e del suo giudizio.

 

 Giustizia = SCORPIONE

La Giustizia è l’ottavo Arcano ed è collegato all’ottavo segno: lo Scorpione. Lo spirito di Giustizia non sembra affatto affine allo spirito vendicativo dello Scorpione, pungente per sua natura… ma “chi di spada ferisce, di spada perisce”: un richiamo alla legge del taglione, “dell’occhio per occhio, dente per dente” è d’uopo. Di sicuro lo Scorpione non perdona facilmente e conserva bene memoria delle offese, e spesso tende a farsi giustizia da sé. Ma la Giustizia come Arcano non fa riferimento solo alle Leggi umane e divine, ma ad un altro ordine di leggi: quelle superiori della Coscienza, quell’allineamento interiore a un senso della giustizia che è orientamento etico, l’Ago di una Bussola invisibile eppure straordinariamente luminosa.

Lo Scorpione è oscurità, profondità, emozione e passione, la Giustizia è chiarezza, rigore, lucidità di giudizio, equilibrio, ordine e simmetria: come conciliarli, dato che sembrano opposti?

Lo Scorpione è armato di pungiglione, come la Giustizia di spada. Ma la Giustizia ha anche una bilancia il cui perno appoggia sul cuore, e chiede di integrare la razionalità imparziale e fredda della mente con le ragioni più morbide del cuore, l’assolutismo intransigente è mitigato dalla misericordia, dalla capacità di comprendere e perdonare, e porta quindi lo Scorpione a trascendere i suoi limiti.

Per contro, lo Scorpione offre quelle ombre che danno profondità e spessore a una Giustizia che altrimenti sarebbe un ideale teorico e distante, e la fa scendere nella realtà umana, nella sua fallacità, nel torbido delle passioni, degli istinti, dei bisogni. Il Cielo ha sempre bisogno della sua controparte, l’Inferno… e come si suole dire, “i biglietti per il Paradiso li vendono all’Inferno”.

Fa parte della Giustizia bilanciare gli opposti ed integrarli, trovare il suo equilibrio. E la consapevolezza di sé passa attraverso la conoscenza di ciò che siamo, luci e ombre, qualità e mancanze.

I segni del mese di agosto sono Leone e Vergine. Certo, sarebbe stato semplice avvicinarla per affinità alla Bilancia, ma vediamo quali sono i possibili apporti e collegamenti.

Il Leone è per sua natura maestoso, coraggioso, forte e generoso: ha una qualità di grandezza d’animo che risplende. La magnanimità, dunque. La Vergine è più misurata, modesta e umile, ma possiede spirito di osservazione, sagacia e intelligenza. Et voilà, ecco esemplificate le due qualità della Giustizia che sono chiamate a lavorare insieme. Nel vedere noi stessi e gli altri siamo ‘giusti’ quando mettiamo in comunicazione e in accordo cuore e mente, generosità e intelligenza. La coscienza di sé è nell’osservazione, non nel giudicarsi continuamente; è nell’apertura e nella comprensione del cuore, non nell’analisi puntigliosa e nella spiegazione, o peggio nella ‘giustificazione’. Non costruiamo un tribunale interiore in cui siamo giudice, imputato e giuria al tempo stesso, non alimentiamo sensi di colpa e pesi inutili, ma impariamo ad assolverci e a sentirci innocenti se riconosciamo di fare del nostro meglio, a sentirci ‘aggiustati’ con le diverse situazioni, ogni volta che riusciamo a prendere posto nel nostro centro.

La Giustizia la vedo collegata al pianeta del Karma e delle Leggi, SATURNO, ovvero il più antico dio Kronos, legato al Tempo e alla nascita dell’universo, quindi anche all’Energia creativa e alla Coscienza, ma anche a PLUTONE, Dio degli Inferi e delle Ricchezze sotterranee e nascoste… Plutone è anche il dio delle forze sconosciute, dell’Inconscio. La consapevolezza rappresentata dalla Giustizia deve far spesso i conti con ciò che non conosce e non capisce, a tutti i livelli, ma soprattutto con l’automatismo e i meccanismi inconsci, con l’ignoranza e il mentire (a se stessi, oltre che agli altri).

 

Eremita = SAGITTARIO

Il Sagittario deve il suo nome a Chirone. Chirone era un Centauro, colui che aveva domato la sua natura bestiale, impetuosa e collerica e sviluppato la sua natura umana divenendo un saggio, un guaritore e un maestro. Rappresenta dunque la crescita, l’evoluzione, l’espansione di coscienza, la libertà, la saggezza. Entrambi, l’Eremita e il Sagittario, rappresentano l’uomo selvatico, l’incontro con la natura (la propria natura), la ricerca, e la crescita interiore. La freccia dell’arco teso di Chirone rappresenta la direzione e l’energia mirata, così come la lanterna dell’Eremita il cammino. Quindi sono tutti e due delle Guide: la freccia rimanda alla Volontà, la Lanterna, con la fiammella della consapevolezza, alla Ricerca della Verità. Una Verità non ideologica, non assoluta, ma reale e concreta: la conoscenza di sé attraverso l’esperienza e la memoria del proprio cammino.

I segni del mese di settembre sono Vergine e Bilancia. Insieme, evocano la figura premurosa e attenta di un bravo erborista e farmacista, o di uno scienziato, che prepara i suoi rimedi in un bel laboratorio molto pulito e ordinato, con piccoli strumenti di precisione, per curare gli altri. La Vergine è portata alla cura e allo studio, anche in solitario, la Bilancia si dedica volentieri agli altri, ma ha più bisogno di riconoscimento e di relazioni. Entrambi i segni ricercano conferme di sé (la Vergine dimostrando cosa sa fare, la Bilancia nell’apparire, nel fascino, nell’eleganza, nel sociale) e sono piuttosto insicuri.

L’Eremita si allontana dagli uomini per incontrare se stesso, va incontro alla Natura per trovare le sue radici. Ricorda un po’ Diogene, il filosofo cinico che cercava l’Uomo con il suo lanternino, perché esso sembrava scomparso, estinto… era ovviamente in polemica con i suoi concittadini e i suoi tempi, un socrate ribelle e ancora più provocatorio, che aveva adottato i comportamenti dei cani come suoi e viveva in una botte, senza vestiti né beni.

L’Eremita è però piuttosto un Mago, un Alchimista. Lo rivela l’acca che precede il suo nome “L’Hermite”, un’anomalia che tradisce una medesima radice semantica: Herm – come Hermes (Mercurio) e come il celebre mago del Rinascimento Ermete Trismegisto. E nel suo bastone e nel suo mantello troviamo tracce del pellegrino medievale, di quel san Jacopo de Compostela (‘Campo delle stelle’) che ritroveremo anche nel Matto (che non perde il legame con la luce e ha lo sguardo puntato verso il cielo e le stelle), ma anche dei vecchi sacerdoti celtici: possiamo intravedere in lui la magica figura di Merlino, il Merwynn del ciclo bretone e arturiano. Metà demone e metà uomo, nella sua doppia natura il potere della scelta: di seguire l’oscurità o la luce. E divenire maestro nel dominio della propria natura e saggio nella conoscenza delle proprie ombre e vincitore su di esse.

L’Eremita è collegato a SATURNO, l’Archetipo del Senex, il Vecchio solitario. La solitudine è la condizione esistenziale umana più difficile da accettare, perché ci fa paura e la confondiamo con la separatezza e l’isolamento. Invece è una grande opportunità e un privilegio.

La solitudine è la capacità di stare soli con se stessi e starci bene, è il darsi quel tempo e quello spazio in cui incontrare se stessi, coltivare la propria individualità, accogliersi nel proprio sentire, riflettere sulle proprie scelte, dialogare con se stessi. Un tempo prezioso quindi, che non è privazione, ma diviene nutrimento. Uno spazio vuoto che non fa paura, in cui il silenzio ci può accompagnare, un silenzio denso però di significato e di senso, di presenza. Non è un rinchiudersi in se stessi, ma un ritrovarsi. E il tesoro nascosto è la libertà.

La solitudine non esclude gli altri, anzi permette di incontrarli davvero, perché si parte dal proprio centro, dall’essere in sé, riconoscendo la propria autonomia, non così dipendenti e bisognosi di compagnia da ‘svendersi’ o compiacere gli altri ad ogni costo.

La solitudine accolta e integrata in sé permette di mantenere la propria individualità e la propria indipendenza anche nelle situazioni collettive in cui prevale il conformismo e l’uniformità.

È un baluardo, insieme alla presenza, a cui ancorarsi con fiducia, non una roccaforte in cui rinchiudersi per paura. Ed è la condizione necessaria per ogni cammino: non possiamo che essere noi stessi, procedere con il nostro passo, andare nella nostra direzione.

 

Ruota di Fortuna = CAPRICORNO

Il Capricorno con la sua capacità di sacrificio e duro lavoro si guadagna il diritto di ascendere alle vette, e la pazienza, l’ambizione e la determinazione ben si confanno alla spinta evolutiva, all’aspirazione alla libertà e al progresso che caratterizza la Ruota di Fortuna.

Il Capricorno è una figura ibrida: una capra di montagna con una coda di pesce, una spirale che si attorciglia su di sé. Segno di Terra, ma la sua coda di pesce fa riferimento all’elemento acqua: è l’acqua che scava la pietra, la costanza della volontà che non demorde e che con pazienza arriva dove vuole.

I segni del decimo mese sono Bilancia e Scorpione. Fascino e carisma caratterizzano entrambi i segni, anche se il primo si distingue per la piacevolezza dei modi e delle belle maniere e il secondo per la sensualità un po’ torbida. Riscuotono però un certo interesse e non passano certo inosservati! Un polo di equilibrio e un polo di attrazione magnetica.

La Bilancia tende a conciliare e mediare, a mettere tutti d’accordo e a stemperare i conflitti, che detesta. Lo Scorpione ama provocare ed eccitare gli animi, è un istrione, ma anche un abile regista, che tira i fili nell’ombra. Per di più possiede tenacia e perseveranza, e lunga memoria. Lo scenario che si delinea qui è quello di un palcoscenico, con la Bilancia come attore e lo Scorpione come regista, dietro alle quinte. Oppure lo Scorpione come mattatore e la Bilancia come spalla.

Importanza dei ruoli dunque, e niente è come appare. Ciak! Azione! Ecco: la cinepresa comincia a girare… Anche la Ruota gira, spesso su se stessa, come a riprodurre lo stesso copione, la stessa scena all’infinito. Già: la ripetizione, gli schemi automatici, le tendenze … o il destino! Sarà possibile uscirne?

La Bilancia deve uscire dalla sua zona di sicurezza e sfidare l’ignoto, vincere la sua indecisione e il timore di sbagliare (e di venir giudicata!), affidandosi alla sua calma e al suo buon senso, al senso della misura, comprendendo che non si può esser perfetti e che si può sempre correggere il tiro strada facendo. Lo Scorpione può uscire allo scoperto e fidarsi di ciò che sente, usare la sua potente intuizione, e abbandonare la paura del fallimento: non si può sapere finché non si prova!

La Ruota di Fortuna è collegata secondo me a SATURNO e a URANO: il principio di conservazione è Saturno e il principio di innovazione e cambiamento, anche repentino, è Urano. Sono entrambi presenti nell’ambivalenza della Ruota, che è sia conservazione (ripetizione) che cambiamento, evoluzione: esiste una manovella con la possibilità del libero arbitrio di uscire dai dominii del Fato. Saturno è lo ‘status quo’, mentre Urano l’imprevedibilità.

 

 Forza = ACQUARIO

La Forza e l’Acquario, dunque. Certo verrebbe meglio l’associazione dell’Acquario con la Temperanza o con la Stella, per via delle anfore e dell’acqua, ma tant’è. Invece la Forza verrebbe da collegarla al segno del Leone, data la presenza del fiero animale a cui apre le fauci nelle vesti di domatrice. Il Leone inoltre è proprio il segno opposto all’Acquario.

Quindi, cosa li accomuna? C’è un tratto che possiamo riconoscere in entrambi: l’indipendenza, l’autonomia. E anche un certo individualismo, la capacità di credere in se stessi e di seguire la propria strada pur nella diversità, nel non conformismo…

L’ Acquario è sempre un originale, un eccentrico. Curioso termine, “eccentrico”: ‘ex-centrico’, fuori dal suo centro, insomma un po’ fuori di sé, un matto… Invece la Forza è nel suo centro, ha un suo “centro di gravità permanente”, in cui può ritrovare se stessa e attingere a ogni sorta di risorse. Spesso l’Acquario si definisce per la sua stravaganza, per essere volutamente fuori dagli schemi, del resto è governato da Urano, ed è animato da un forte spirito di ribellione. Riconosce se stesso solo ponendosi al di fuori di un sistema, separandosi, differenziandosi. Invece la Forza riconosce se stessa ponendosi al suo centro, non è nel confronto/scontro con gli altri e con ciò che è fuori che acquisisce forza e sicurezza, solidità, ma è nel suo allineamento interiore, nel suo sentirsi, nel suo accogliersi in tutte le sue parti (compresa quella bestiale e istintuale) che diviene padrona di sé. La forza della Forza è la dolcezza, non la violenza. È la comprensione e l’accettazione della propria fragilità, della propria debolezza che ci fa essere forti, un po’ come il coraggio, che non è nel non aver paura, ma nasce proprio dall’averla incontrata quella paura, e averla vinta.

Quindi Acquario e Forza ruotano intorno al centro, cercano il loro centro. E arrivano a scoprire il perno, il proprio asse centrale, in sé. Solo così possono incontrare e andare verso gli altri e accettarne la diversità e vederne la bellezza. L’ Acquario è il segno umanitario per eccellenza, è un libero pensatore, scevro da pregiudizi e preconcetti, talvolta visionario, crede nell’Uomo e nel Progresso.

I segni del mese di novembre sono però Scorpione e Sagittario. Dalle ombre alla luce, dalle profondità della terra al cielo, seguendo la traiettoria di una freccia: potente simbolo di elevazione e di direzione, un vettore, un’indicazione, un’aspirazione, un ideale. Terra e Acqua, il mondo dello Scorpione, il mondo dell’esperienza e delle emozioni, delle passioni, e Cielo invece,  la dimensione dell’elevazione dello spirito, della conoscenza e della saggezza, il dominio del Sagittario. Terra e Cielo in connessione, l’asse cosmico di energia, e l’Uomo come mediatore e tramite, come elemento centrale nella loro comunicazione: egli è il centro che li unisce (mette in com-unione).

La Forza è rappresentata da una figura femminile. I Tarocchi danno dignità al femminile.

Curiosamente i Tarocchi conservano un equilibrio paritario tra figure maschili e femminili, anzi forse più figure femminili, nel complesso, e costituiscono un unicum nel panorama culturale e artistico ed anche esoterico, normalmente predominio maschile. Come pure in ambito spirituale e religioso, quest’ultimo ancor più dominato da una visione patriarcale che non ha mai visto di buon occhio chi metteva in dubbio o minacciava il suo potere e primato… infatti i Tarocchi sono considerati ‘strumento del demonio’, del resto come potrebbe essere diversamente per una religione e una Chiesa che vede nella donna il male, la tentazione e il diavolo? E che solo quattro secoli fa ha mandato a morte e torturato migliaia di donne sotto l’accusa di stregoneria?

Ecco dunque una piccola rivincita morale: la Forza (una delle Virtù cardinali, del resto) è donna!

La Forza è legata al pianeta TERRA. Vi sembra curioso? Non avevate considerato il nostro pianeta? Del resto ci siamo sopra, e la visione astrologica ne fa il suo centro. Anche il nostro punto di vista, del cielo e delle stelle, è assolutamente consequenziale e connesso a dove siamo, sulla Terra appunto. La prima forza che ci tiene collegati ad essa del resto è la forza di gravità. Poi c’è la forza di aggregazione, che ci tiene uniti, che tiene insieme tutti i nostri atomi… quindi se è corretto dire che “l’Unione fa la Forza”, è oltremodo giusto affermare che “La Forza fa l’Unione”!

Non stiamo parlando solo di forze e di leggi fisiche, anche se partiamo da lì, dalla ‘messa a terra’: la capacità di essere radicati in noi, nel corpo, nella realtà. Solo allora si può passare alle qualità spirituali: forza d’animo, coraggio, volontà, costanza, solidità, resistenza, sicurezza, autonomia, centratura, presenza…

Del resto ogni albero, prima di sviluppare fronde e chioma, deve aver solide e profonde radici…

 

 Appeso = PESCI

L’ Appeso e il segno dei Pesci, infine. Il Pesci è un segno doppio e opposto, e anche l’Appeso sembra far riferimento a un altro mondo, un mondo a rovescio, oppure a rovescio è solo lui? Capovolgimento di visione: un altro ordine delle cose si affaccia, altre priorità, altri valori. Non è un semplice cambiare punto di vista o opinione, è qualcosa di veramente rivoluzionario: la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, siamo sul confine, al limite, in cui qualcosa è già finito e il nuovo che pur si intravede non è ancora cominciato… siamo lì, sospesi e in attesa, col fiato trattenuto… cosa accadrà? Cosa fare? Come fidarsi?

L’ Appeso, come i Pesci, è trattenuto da una corda, per non perdersi nell’infinito, per restare ancora lì, per vedere cosa succede… non è una posizione di debolezza, è una scelta. Una scelta di anima, di coraggio, di autenticità: “sono qui, voglio starci, voglio vedere, voglio conoscere… voglio esserci quando accade… mi fido di me, posso restare fermo eppure lasciarmi ondeggiare, lasciarmi andare al movimento, al fluire della vita, al flusso di coscienza. Sono qui… Sono.”

I Pesci sono due e si muovono in direzioni opposte, rappresentano la coppia di forze opposte, la polarità e il dualismo del nostro mondo. Ma anche, nella loro contrapposizione, l’unità; la complementarietà degli opposti porta al Tao, la comprensione che Tutto è Uno, non c’è separazione, non esiste il tempo, non c’è fine e non c’è inizio.

Siamo di fronte alle verità e alle leggi universali, con tutta la nostra limitatezza e fallacità umana. Come contenere il Tutto in un recipiente così piccolo? E se rovesciassimo il punto di vista ancora? Se fossimo così grandi da contenere un intero universo in noi? Se invece di guardare fuori con curiosità e meraviglia cominciassimo a guardare dentro?…

I Pesci spesso sono pieni di fantasia e immaginazione, sono poeti e artisti, idealisti e sognatori, vedono il mondo come un universo di simboli e rappresentazioni o come un mondo fatato. Purtroppo non hanno confini e talvolta si perdono, e disperdono anche le loro energie. Hanno bisogno di essere ‘contenuti’ e diventano allora talvolta ricercatori reclusi e solitari.

Due Pesci d’oro ritroviamo anche nel simbolismo buddhista e rappresentano il superamento di tutti gli ostacoli e il raggiungimento della liberazione, la libertà di aver conseguito la consapevolezza ultima, così come i pesci nuotano liberi nell’acqua.

L’ Appeso offre il dono della doppia vista, uno sguardo aperto e in relazione al mondo fuori e al mondo dentro contemporaneamente, il dono del Presente.

I segni di dicembre sono Sagittario e Capricorno. Sono i segni dell’inverno, del riposo della natura, del momento più buio dell’anno, ma anche della rinascita della luce, con il solistizio d’inverno. Un periodo di silenzio e di attesa, di quiete, in cui l’energia sembra essersi congelata, ma solo in superficie, poiché le trasformazioni avvengono in profondità e sono nascoste.

Due segni caratterizzati da una doppia natura: cavallo e uomo il primo, e caprone con la coda di pesce, il secondo. Creature fantastiche e mitologiche, che uniscono due mondi, e anche se appaiono strani, diversi, vogliono trovare una forza e un vantaggio nella loro peculiarità. Entrambi rivelano grandi capacità di trasformazione interiore, e adattabilità. Pensiamo al centauro più famoso, Chirone, saggio maestro che, ferito, trasforma la sua sofferenza in abilità medica e conoscenza delle erbe, diventando un grande guaritore, e al pesce-capra, che esce dall’acqua e sviluppa forti zampe per saltare sulla terra e salire sulla montagna.

Nel processo evolutivo vince la capacità di adattamento: non è il più forte che sopravvive, alla fine, ma il più adattabile all’ambiente.

L’ Appeso è collegato a NETTUNO, dio delle acque e degli oceani, delle vastità e delle profondità sconosciute. Un mondo sommerso e infinito, abitato da creature meravigliose e spaventose. Nettuno è anche un pianeta circondato da nebbie e vapori, in cui non è facile addentrarsi perché non c’è visibilità, i suoi contorni non sono definiti. Infatti Nettuno rappresenta le illusioni, gli inganni, tutto ciò che porta a vedere o a credere ciò che non è: l’irreale. Una dimensione in cui chi ti seduce è una sirena, e niente è ciò che sembra. Il mondo delle allucinazioni e delle droghe, delle dipendenze di ogni tipo, della confusione, della perdita di sé, dell’oblìo. Nettuno dissolve i confini e apre le porte all’in(de)finito.

E se c’è una dimensione in cui la capacità di visione è sacra, è proprio L’ Appeso a parlarcene: egli è portatore di questo senso evolutivo, altruistico ed umanitario, richiamando il mito di Prometeo e la figura di Odino che, appeso all’albero sacro (axis mundi), sacrificò un occhio e la capacità di visione per donare la scrittura (le rune) agli uomini.

Il più delle volte bisogna rinunciare alle illusioni e alle identificazioni per poterci veder chiaro, anche se questo ci costa (ma attenzione! il prezzo da pagare nel mantenerle potrebbe alla fine essere molto più alto!).

 

Rossella Ferrero

(scritto nel  febbraio 2014 – estratto da uno stage su Astrologia e Tarocchi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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